Dopo un mese, ho capito che l'East Village mi piace.
Non sembra nemmeno New York o almeno non è la New York che si vede sempre nei film, quella dei grattacieli, delle banche, della gente che cammina velocemente senza nemmeno guardarsi intorno.
Qui la vita scorre tranquilla: la parrucchiera cubana che mi ha tagliato i capelli mi vede e mi saluta: "Ay Lolo, que tal!", il proprietario del grocery sotto casa mi fa notare che sono arrivati i fusilli De Cecco, il matto senzatetto del quartiere parcheggia il carrello con le sue poche cose o all'angolo con la Ave. B oppure su quello con la Ave. A.
Non dico di sentirmi in un paese di provincia, ma quasi sento più calore qui che a Milano.
I vicini sono un mistero. Ne ho incontrato qualcuno, di sfuggita.
Quello più simpatico, è un tizio sui 50, che fa spettacoli di travestimento.
Avete presente le baracconate tipo Priscilla? QUELLE!
Mi ha dato il volantino dello spettacolo: credo andrò a vederlo.
Ormai mi arrampico per 6 piani come se nulla fosse, l'allenamento giova.
Qui in città fervono i preparativi per i due prossimi grandi eventi: il Gay Pride e il 4 luglio.
Dopo la serie dei Pride locali (Brooklyn & Queens) il 24 giugno ci sarà la grande marcia a Manhattan.
La partenza a Midtown East 36th &5th fino al West Village, cuore della vita gaya newyorchese.
Il 4 luglio, beh, niente da dire. Sapete già tutto. Occasione per celebrare e gozzovigliare.
Stay tuned!
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